Ti è stato diagnosticato l' "impingement subacromiale" alla spalla e vuoi sapere come risolverlo, continua a leggere questo articolo.
Che cos'è il conflitto subacromiale della spalla?
Non posso dire con certezza quante diagnosi di impingement di spalla abbia letto sui referti medici. Tantissime. Sicuramente è un tema molto importante di cui parlo sempre anche con i miei studenti dell’università.
Probabilmente, infatti, si tratta di una delle problematiche ortopediche della spalla più diffuse (fino ad oggi).
Con il termine “impingement subacromiale” si intende il conflitto/schiacciamento del tendine del sovraspinato tra due eminenze ossee: l’acromion della scapola e la testa dell’omero.
Il continuo insulto del sovraspinato (uno dei capi muscolo-tendinei della cuffia dei rotatori), soffocato e stretto dalle strutture articolari, porterebbe allo sviluppo della patologia.
L’esordio dell’impingement è subdolo, lento e graduale dato che non è causato da un trauma in un dato momento.
La teoria dell'impingement è ancora attuale o superata?
La teoria dell’impingement è stata riportata non solo nella fisioterapia, ma anche nell’ortopedia e nella stessa chirurgia, portando all’esecuzione di moltissimi interventi di “acromionplastica”. Un intervento fatto negli anni proprio con l’obiettivo di aumentare il famoso spazio subacromiale.
Le ricerche hanno però prodotto delle informazioni che vanno chiaramente a ribaltare le nostre passate certezze.
- Abbiamo scoperto che la parte di tendine “danneggiata” non si trova dove c’è l’aspettavamo. Ovvero in un una posizione diversa da quella in cui avviene l’impingement;
- Anche la radiologia, appunto, si è evoluta, permettendoci di capire quali zone tendinee fossero interessate ed in che misura. Portandoci, assieme alla clinica, al concetto di tendinopatia;
- l’acromionplastica, praticata tutti questi anni, sembra non essere risolutiva nelle problematiche di spalla;
- Con l’utilizzo delle indagini strumentali sappiamo anche che molte spalle con uno spazio subacromiale ridotto non hanno sintomi.
Cause reali del dolore alla spalla
Dall’ impingement subacromiale possiamo spostarci sul concetto molto più banale di infiammazione o degenerazione della spalla.
Per essere ancora più semplici di spalla ” sensibile/irritata”.
Tra le problematiche che possono sostituire quella dell’impingement abbiamo:
- interessamento dei tendini, nelle loro varie fasi patologich: tendinite, tendinopatia, tendinosi;
- oppure un interessamento della borsa, ovvero la borsite.
Ci tengo a precisare che esistono molte altre “famiglie” di dolore alla spalla. Qui ora ci soffermiamo su quelle citate.
Una tendinopatia o una borsite si sviluppano a causa di:
- debolezza delle strutture, cioè le nostre spalle erano poco allenate;
- eccessivo carico sulla spalla. A prescindere dal nostro livello di forza e fitness, abbiamo usato troppo o in malo modo la spalla: magari con dei lavori in alto (sopra l’altezza della testa) o con un eccessivo utilizzo degli arti superiori;
- errata tecnica di movimento, sul lavoro come nello sport/palestra.
Sintomi e tempi di recupero
Come già riportato, il dolore alla spalla da impingement (diagnosi del passato) è subdolo, in quanto lento nel suo sviluppo temporale e apparentemente senza cause.
In verità, vi è una vera e propria “scaletta temporale” di sintomi che ne determina poi gravità e tempi di recupero.
- Alla base vi è sempre un primo episodio dolente (un’avvisaglia o una piccola infiammazione). In questa fase non abbiamo ancora una patologia ed il dolore può infatti regredire in una settimana;
- Se “stuzzichiamo” la spalla con ulteriore stress meccanico nella settimana successiva alla prima avvisaglia sintomatica, è più probabile che il dolore peggiori, aumentando in intensità e frequenza. Quando il dolore diventa notturno, siamo sicuramente in una fase più seria ed avanzata della tendinopatia, che richiederà alcuni mesi di riabilitazione.
Come faccio a capire se la mia spalla è interessata?
Ad oggi sappiamo anche che in molti quadri dolorosi di spalla, a volte, è molto difficile discriminare quale tessuto o struttura sia in particolar modo infiammata.
In generale, ci interessa marginalmente saperlo. Il nostro obiettivo sarà individuare le disfunzioni, i deficit di forza o coordinazione del distretto per iniziare il processo riabilitativo. Sarà importante, prima sottoporsi ad una visita clinica che ci porterà solo in un secondo momento all’esecuzione (se necessario) di un esame strumentale.
Per capire se la nostra spalla ha un problema facciamo questi semplici test:
- portare l’arto superiore verso l’alto per vedere se provoca dolore o se è limitato il movimento;
- portarlo nuovamente dietro la schiena con il braccio intraruotato e ricercare ancora la presenza di sintomi;
- poniamoci contro un muro con il lato del corpo (un fianco) e proviamo a spingere con il gomito verso l’esterno;
- presenza di dolore alla spalla (davanti o a lato, il dolore può anche scendere verso il gomito);
- impossibilità di eseguire alcuni esercizi come panca, dip, spinte orizzontali e verticali in palestra o eseguire i lavori di casa.
Le fasi del trattamento
Il trattamento di questa comune problematica alla spalla deve procedere per fasi (che non sono propriamente divise una dall’altra, ma costituiscono un continuum):
- Ridurre il dolore e recuperare la mobilità;
- Introduzione di esercizi di rinforzo;
- Progressivamente aumentare peso, ampiezza di movimento e angoli di lavoro;
- Allenare la spalla in modo specifico (in base al nostro sport o lavoro).
- Stretching, ovvero lavorare sulla mobilità completa della spalla (raggiungendo anche gli angoli più ostici che in fase inziale non si poteva assolutamente raggiungere).
Impingement subacromiale: cosa non fare
- evitare il riposo prolungato (il “riposo” che intendiamo è relativo all’utilizzo del braccio);
- evitare utilizzo massiccio e continuativo di farmaci, infiltrazioni e medicazioni (in taluni casi contraddistinti da grande dolore iniziale queste soluzione saranno consigliate, ma non potranno essere una soluzione a lungo termine);
- affidarsi a professionisti non sanitari come massaggiatori, osteopati, chiropratici o altre figure che si basino sulla pseudoscienza;
- non far passare troppo tempo, una problematica che dura da mesi è più difficile da gestire e curare.
*Anche se le informazioni contenute su questo blog sono molto utili, consigliamo all’utente di rivolgersi sempre al proprio professionista sanitario, medico di base, ortopedico o fisioterapista. Non improvvisare rimedi, esercizi ed attività decise senza aver consultato un esperto!
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