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IL DOLORE è un fenomeno COMPLESSO

Il dolore è un fenomeno complesso: «è un'esperienza sensoriale ed emotiva spiacevole associata a un danno tissutale potenziale o in atto».

Il dolore non è solamente un fenomeno sensoriale, ma è la composizione di:

  • una parte sensoriale (la nocicezione) come percepiamo le sensazioni (in questo caso il dolore);
  • una parte esperienziale percettiva (quindi del tutto privata, la vera e propria esperienza del dolore) che è lo stato psichico collegato alla percezione di una sensazione spiacevole.
 
Vediamo ora un esempio pratico, molto semplificato.

Vi siete mai bruciati la mano cucinando?

Quando tocchiamo la pentole bollenti, i “recettori” che abbiamo sulla pelle delle dita mandano immediatamente un messaggio al sistema nervoso centrale (fino al cervello). 

Questo messaggio riporta in modo molto chiaro un solo significato “DOLORE, sposta la mano!”

Il cervello traduce questa informazione rielaborandola con fattori cognitivi ed emotivi.

Ecco che poi parte un secondo messaggio, questa volta dal centro (cervello) alla periferia (mano), ovvero l’atto motorio vero e proprio con cui togliamo la mano dalla pentola.

Il dolore può essere acuto o cronico.

Il dolore acuto ha una funzione protettiva, è un segnale che avvisa  di una potenziale minaccia. È un adattamento indispensabile per il mantenimento della vita.

Il dolore cronico invece, non ha una funzione protettiva, anzi, è il risultato di un processo di codifica errato.

Possiamo paragonarlo ad un sistema d’allarme danneggiato che suona in assenza di una reale minaccia, o che suona anche quando lo stimolo è innocuo e non è pericoloso.

Colpisce il 20% della popolazione e può costituire in certi casi, la vera e unica problematica sofferta dalla persona.

Nelle epoche passate si pensava che il dolore persistente (cronico) fosse “nella testa del paziente”.

Ad oggi siamo ben cosci del fatto che il dolore è realmente percepito dalla persona, anche se in assenza di una causa apparente.

Il dolore cronico , in virtù di questa sua dipendenza anche da fattori psicologici (frustrazione, rabbia, colpevolizzazione, disperazione) e economico/sociali (perdita del lavoro, contenziosi economici) ha la capacità di autoalimentarsi e mantenersi nel tempo.

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*Anche se le informazioni contenute su questo blog sono molto utili, consigliamo all’utente di rivolgersi sempre al proprio professionista sanitario, medico di base, ortopedico o fisioterapista. Non improvvisare rimedi, esercizi ed attività decise senza aver consultato gli esperti del settore.

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